Skip to main content
CHI SONO

Emilio Del Bono

Sono nato a Brescia il 26 novembre del 1965. La mia infanzia e adolescenza ha ruotato attorno al Quartiere Badia, dove i miei genitori gestivano una forneria. Ho studiato al Liceo Classico Arnaldo e mi si sono laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano. Sono sposato con Chiara e ho una bellissima figlia, Cristina. Ho anche tre splendide sorelle (Patrizia, Milena e Alice) e sette nipoti.

Mi sono sempre interessato a temi sociali e al volontariato fin da ragazzo. Ho costituito con alcuni amici il Gruppo Italia 28 di Amnesty International, movimento a difesa dei diritti dell’uomo, e ho scelto di svolgere il servizio civile presso la Caritas diocesana. Le mie passioni sono poi diventate la mia attività principale. Mi sono occupato infatti di diritto del lavoro, collaborando per diversi anni per Confcooperative come responsabile del servizio legale.

Sono nato a Brescia il 26 novembre del 1965. La mia infanzia e adolescenza ha ruotato attorno al Quartiere Badia, dove i miei genitori gestivano una forneria. Ho studiato al Liceo Classico Arnaldo e mi si sono laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano. Sono sposato con Chiara e ho una bellissima figlia, Cristina. Ho anche tre splendide sorelle (Patrizia, Milena e Alice) e sette nipoti.

Mi sono sempre interessato a temi sociali e al volontariato fin da ragazzo. Ho costituito con alcuni amici il Gruppo Italia 28 di Amnesty International, movimento a difesa dei diritti dell’uomo, e ho scelto di svolgere il servizio civile presso la Caritas diocesana. Le mie passioni sono poi diventate la mia attività principale. Mi sono occupato infatti di diritto del lavoro, collaborando per diversi anni per Confcooperative come responsabile del servizio legale.

STAVOLTA È DA SCRIVERE DEL BONO.

STAVOLTA È DA SCRIVERE DEL BONO.

Sanità pubblica efficiente per tutti

Il Sistema Sanitario della Regione Lombardia ha dimostrato palesi carenze durante questi anni, rese ancora più evidenti durante il periodo della Pandemia di Covid-19. Mentre si può dare conto di eccellenze ospedaliere, totalmente carente appare la Sanità di territorio e la politica di prevenzione e diagnosi. Anche la recente riforma, detta Moratti, è del tutto inadeguata a rispondere alle inefficienze emerse. Abbiamo assistito solo a progetti (Ospedali di Comunità e Case della Comunità) relativi alla riqualificazione di strutture di proprietà delle Asst e delle Ats (finanziati, peraltro, prevalentemente con risorse del PNRR), privi di alcuna misura relativa ai servizi da offrire. Una totale carenza di personale medico e infermieristico nonché di personale tecnico e di laboratorio è ormai diventata cronica per la completa mancanza di pianificazione e di risorse economiche da parte della Regione Lombardia. Serve quindi un cambio di rotta e di programmazione.

Trasporto pubblico di livello europeo

Il Trasporto pubblico della nostra Provincia è del tutto inadeguato. Salvo il trasporto pubblico urbano che sta cercando di dare una risposta grazie al sostegno del Comune di Brescia (lasciato solo dalla Regione nel sostenere questo carico economico), il resto della Provincia soffre di carenze inaccettabili. Lo stesso servizio ferroviario regionale appare privo di prospettive di miglioramento della qualità del servizio. Le risorse stanziate dalla Regione Lombardia all’Agenzia bresciana dei trasporti rappresentano solo il 9% dei fondi regionali dedicati, rispetto ad una Provincia, quella di Brescia, che rappresenta il 12% della popolazione lombarda e ben il 20% del territorio lombardo.

Va fatta una politica totalmente diversa che investa davvero sul Trasporto pubblico e dolce.

Alloggi pubblici numerosi e di qualità

La domanda di casa pubblica è in crescita. Serve un nuovo Piano di investimenti e realizzazioni da collocare e distribuire sul territorio provinciale. E serve soprattutto un’attenzione completamente diversa nella manutenzione degli alloggi, dove la celerità nelle riparazioni e gli interventi manutentivi sulle Case non è assolutamente adeguata.

Politica attiva del lavoro e formazione

Oggi la mancanza di personale rappresenta un serio problema regionale che può frenare l’economia lombarda e renderla meno competitiva. La Regione deve acquisire le migliori prassi italiane ed europee nelle politiche di orientamento e di formazione. È necessaria una politica attiva del lavoro che tenga conto della scarsa capacità del territorio di mettere a disposizione personale qualificato. Bisogna finanziare il diritto allo studio, orientare le risorse verso strumenti che combattano la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile puntando al loro reintegro nel mercato del lavoro.

Sostenibilità e tutela del territorio

Serve un grande impegno della Regione Lombardia nella politica pianificatoria urbanistica che permetta un reale stop al consumo di suolo e alla realizzazione di grandi centri distributivi, privilegiando la riqualificazione ed il riuso di aree dismesse. E serve un vigoroso ed efficace affiancamento tecnico ed economico ai Comuni e alle Comunità montane nell’affrontare bonifiche e risanamenti del suolo e del sottosuolo.

Sanità pubblica efficiente per tutti

Il Sistema Sanitario della Regione Lombardia ha dimostrato palesi carenze durante questi anni, rese ancora più evidenti durante il periodo della Pandemia di Covid-19. Mentre si può dare conto di eccellenze ospedaliere, totalmente carente appare la Sanità di territorio e la politica di prevenzione e diagnosi. Anche la recente riforma, detta Moratti, è del tutto inadeguata a rispondere alle inefficienze emerse. Abbiamo assistito solo a progetti (Ospedali di Comunità e Case della Comunità) relativi alla riqualificazione di strutture di proprietà delle Asst e delle Ats (finanziati, peraltro, prevalentemente con risorse del PNRR), privi di alcuna misura relativa ai servizi da offrire. Una totale carenza di personale medico e infermieristico nonché di personale tecnico e di laboratorio è ormai diventata cronica per la completa mancanza di pianificazione e di risorse economiche da parte della Regione Lombardia. Serve quindi un cambio di rotta e di programmazione.

Trasporto pubblico di livello europeo

Il Trasporto pubblico della nostra Provincia è del tutto inadeguato. Salvo il trasporto pubblico urbano che sta cercando di dare una risposta grazie al sostegno del Comune di Brescia (lasciato solo dalla Regione nel sostenere questo carico economico), il resto della Provincia soffre di carenze inaccettabili. Lo stesso servizio ferroviario regionale appare privo di prospettive di miglioramento della qualità del servizio. Le risorse stanziate dalla Regione Lombardia all’Agenzia bresciana dei trasporti rappresentano solo il 9% dei fondi regionali dedicati, rispetto ad una Provincia, quella di Brescia, che rappresenta il 12% della popolazione lombarda e ben il 20% del territorio lombardo.

Va fatta una politica totalmente diversa che investa davvero sul Trasporto pubblico e dolce.

Alloggi pubblici numerosi e di qualità

La domanda di casa pubblica è in crescita. Serve un nuovo Piano di investimenti e realizzazioni da collocare e distribuire sul territorio provinciale. E serve soprattutto un’attenzione completamente diversa nella manutenzione degli alloggi, dove la celerità nelle riparazioni e gli interventi manutentivi sulle Case non è assolutamente adeguata.

Politica attiva del lavoro e formazione

Oggi la mancanza di personale rappresenta un serio problema regionale che può frenare l’economia lombarda e renderla meno competitiva. La Regione deve acquisire le migliori prassi italiane ed europee nelle politiche di orientamento e di formazione. È necessaria una politica attiva del lavoro che tenga conto della scarsa capacità del territorio di mettere a disposizione personale qualificato. Bisogna finanziare il diritto allo studio, orientare le risorse verso strumenti che combattano la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile puntando al loro reintegro nel mercato del lavoro.

Sostenibilità e tutela del territorio

Serve un grande impegno della Regione Lombardia nella politica pianificatoria urbanistica che permetta un reale stop al consumo di suolo e alla realizzazione di grandi centri distributivi, privilegiando la riqualificazione ed il riuso di aree dismesse. E serve un vigoroso ed efficace affiancamento tecnico ed economico ai Comuni e alle Comunità montane nell’affrontare bonifiche e risanamenti del suolo e del sottosuolo.

Resta sempre aggiornato ed entra in contatto.